I dati sull’occupazione in Italia non sono incoraggianti. Secondo le ultime rilevazioni Istat aumenta il numero di persone che perdono o non trovano lavoro, situazione che riguarda soprattutto i più giovani. Quali sono le soluzioni al problema? Se da un lato c’è chi perde fiducia e non cerca più, dall’altro lato cresce il numero di italiani che decidono di andare a lavorare all’estero. Le mete sono tante, ognuna con le sue peculiarità e le sue regole.
L’Italia nell’ultimo secolo ha costruito una solida reputazione in fatto di emigranti per lavoro, e ogni periodo storico ha avuto le sue motivazioni e le sue mete predilette. A inizio secolo c’erano gli Stati Uniti, la nuova frontiera colma di opportunità; nel secondo dopo-guerra ancora una volta la valvola di sfogo sono stati gli USA, insieme a Sud America e Australia; negli anni ‘70 con le prime avvisaglie di crisi gli italiani hanno preferito emigrare in Europa (Germania in testa). Oggi, la perdita di competitività del nostro mercato è compensata dal crollo delle barriere geografiche. Asia, America o Europa, l’unico limite è nel potenziale emigrante.
lavorare all’estero
Secondo una rilevazione di Italia Oggi, il nostro Paese è al secondo posto al mondo per numero di cittadini candidati alla ricerca di un’occupazione in uno Stato estero (118.672), dietro solo alla Spagna (231.870) e prima di Romania (66.396) e Portogallo (64.110) economie considerate meno solide delle nostre. Stupisce il sesto posto della Germania, che è poi una delle mete preferite dagli italiani, mentre fanno un po’ sorridere i mille cittadini del Lussemburgo che vorrebbero cambiare aria. Per tutti, comunque, si pone il problema di come fare a trovare un lavoro in un altro Paese, a meno di non voler partire con una valigia di belle speranze e zero certezze.
Il principale aiuto in questo senso arriva dall’Eures, che ha lo scopo di fornire servizi ai lavoratori e ai datori di lavoro oltre che a tutti i cittadini che desiderano avvalersi del principio della libera circolazione delle persone. I servizi prestati sono di tre tipi: informazione, consulenza e assunzione.
Nell’ottica di una formazione continua, inoltre, l’Unione europea ha sviluppat una serie di progetti rivolti a tutti coloro che vogliono accrescere le proprie competenze effettuando un periodo di formazione all’estero (per approfondire)”. Le soluzioni non mancano